L’onore ritrovato – Parte 2

La vicenda dei 47 rōnin: L’epoca Genroku e il governo Tokugawa.

Continuiamo il nostro viaggio attraverso l’epoca Genroku alla scoperta della celebre vendetta dei 47 rōnin, uno dei drammi dell’epoca moderna che più ha ispirato l’immaginario collettivo giapponese negli ultimi secoli, accendendo la creatività di autori non solo in ambito letterario, ma anche nel mondo del teatro, dei fumetti e del cinema. Se vi siete persi la prima parte di questa serie di articoli, vi consiglio di leggere anche la parte introduttiva dedicata ai 47 rōnin.

Oggi cercheremo di capire meglio il contesto storico che fa da sfondo alla vicenda, e perché risulta di rilevanza per l’impatto sociale, dapprima attraverso le cronache dell’epoca e successivamente tramite i primi adattamenti teatrali.

L’epoca Genroku e il governo Tokugawa

Il primo anno dell’epoca Genroku ha inizio, per convenzione, il 2 febbraio 1688 con l’avvento dell’imperatore Higashiyama (23/10/1688).

Il nome Genroku元禄, significa letteralmente “felicità primigenia” e intende dare un tono di positività all’intera durata di questo lasso di tempo.

Tale epoca è generalmente associata ad una particolare fioritura di espressioni culturali di ogni genere, dalla produzione letteraria, a nuove correnti di pensiero in ambito confuciano, dallo sviluppo di generi teatrali popolari all’architettura.

Si parla, infatti di Genroku Bunka 元禄文化 (Cultura Genroku), un periodo incline all’estetismo e all’edonismo, in cui persino i samurai osavano indulgere in piaceri non strettamente legati alla loro classe sociale come, per esempio, quello di recarsi in incognito ad assistere alle rappresentazioni popolari del teatro delle marionette.

Lo shōgun in carica a quei tempi era Tokugawa Tsunayoshi 徳川綱吉, quinto shōgun a partire dall’inizio del periodo Tokugawa.

Tsunayoshi (1646-1709), quinto shōgun della dinastia Tokugawa, ritratto da Tosa Mitsuoki. Collezione Tokugawa Bijutsukan (Tokugawa Art Museum) di Nagoya (prefettura di Aichi).

Fu proprio Tsunayoshi a decretare la sentenza di morte per i 45 rōnin, dopo due lunghi mesi di accese discussioni al riguardo. Sì, avete capito bene, 45. Sveleremo questo mistero nel prossimo articolo.

Si ritiene che lo sviluppo culturale dell’epoca Genroku fu anche merito di questo personaggio tanto stravagante quanto controverso.

Alcuni storici sono arrivati a dubitare della sanità mentale di questo shōgun, noto anche come lo “shōgun dei cani”. Pare, infatti, che Tsunayoshi coltivasse una passione quasi ossessiva per questi animali, tanto da arrivare a promulgare un’ordinanza che imponeva ai sudditi di tenere un comportamento particolarmente rispettoso e ossequioso nei confronti di molte specie di animali, cani in primis, con i quali andava addirittura utilizzato un linguaggio onorifico. Pena la morte per tutti i trasgressori. L’aneddoto vuole che alla base di questa ossessione vi fosse la rivelazione che Tsunayoshi ricevette un da un monaco buddhista, il quale disse che lo shōgun era stato un cane nella sua vita precedente. Ad avvalorare le parole del monaco stava il fatto che l’anno 1646, anno di nascita di Tsunayoshi, fosse l’anno del cane secondo lo zodiaco cinese.

Cionondimeno erano attivi organi di censura che controllavano, tra le altre cose, i contenuti delle opere letterarie e teatrali. La vendetta dei guerrieri di Akō non mancò di stupire l’opinione pubblica e, se da un lato portò alla nascita e al successo di prime opere per il teatro, dall’altro non mancò di attivare la censura, sensibile all’argomento e poco incline alla proliferazione di ideologie potenzialmente sovversive.

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